Dopo il tempo dell’incredibile, arriva forse il tempo della riflessione. Non sui tamponi rapidi, sui vaccini, sulle terapie intensive, ma su che cosa sono stati per noi, e soprattutto per i nostri figli, quei mesi di isolamento, in casa, senza vita sociale, senza poterci abbracciare, senza neppur poter salutare con un rito i nostri morti. Ivan Compasso Grozny, giornalista trentino di nascita ma padovano d’adozione, di rara sensibilità, dopo aver raccontato con i suoi documentari la guerra in Siria, volge il proprio sguardo nelle nostra terra per raccontare in presa diretta – e riflettere a tre anni di distanza – che cosa è stato dal punto di vista sociale il tempo dell’isolamento.
Martedì 21 febbraio (esattamente 3 anni dopo da quel annuncio di chiusura delle scuole nel Veneto che diede il via a tutto) alle 21, al centro Gino Strada in via Scavi 4 a Montegrotto Terme verrà proiettato il documentario «Quarantena», un lavoro corale che, in quaranta minuti, racconta l’impatto del Covid sul nostro territorio a partire dal momento in cui si è palesato, proprio nella provincia di Padova
Alla presentazione, oltre all’autore, saranno presenti il sindaco di Montegrotto Terme Riccardo Mortandello e il sindaco di Vò, Giuliano Martini, dove si registrò la prima vittima in Italia di Covid.
«Forse – afferma il regista Grozny – a distanza di tre anni, anche per necessità di andare avanti e riprendere la nostra vita, ci siamo dimenticati come tutto è cominciato. Ma sono convinto che sapere da dove siamo partiti è fondamentale per sapere dove stiamo andando. Ce li ricordiamo i giorni in cui si cercava il colpevole: prima i cinesi, poi gli anziani, i giovani, i runners? Questo lavoro racconta la nostra quarantena con una attenzione sociale, con uno sguardo particolare verso i più piccoli e i più anziani, un racconto rapido e informale che percorre tutte le tappe che hanno portato dapprima alla chiusura di Vo’ e successivamente via via di tutto il Paese. In particolare grazia a Sara Calia, figlia del noto disegnatore di fumetti, Claudio Calia, allora novenne, che ci porta nel mondo dei più piccoli che, come tutti, sono costretti a casa, ma forse sono quelli che soffrono di più».
Ad accompagnare il regista nel racconto ci sono Andrea Pennacchi, che firma un monologo appositamente scritto per “Quarantena”, Davide D’Attino, giornalista del Corriere del Veneto che con i suoi interventi puntuali e spontanei, aiuta a rendere omogeneo il racconto.
In “Quarantena”, lo sguardo è sociale ma non si dimentica di raccontare anche come politica e istituzioni hanno reagito a qualcosa di ignoto prima di allora.
“Quarantena” è la fotografia di tre mesi che hanno segnato le nostre vite, dall’affacciarsi della pandemia passando per le restrizioni e i lutti.
Pur affrontando un tema molto serio è un racconto leggero, quasi gentile e mai banale, dove ci si commuove e adesso che si può fare, si ride.
«Ringrazio – commenta il sindaco di Montegrotto Terme – il regista per aver scelto la nostra città per la proiezione e per la riflessione che faremo assieme agli amministratori e a cittadini che saranno presenti alla serata».