25 aprile, Montegrotto Terme celebra la Liberazione e la Resistenza
Onorificenza a Ousmane Cissokho e consegna della Costituzione Italiana a Nevzat Elezi
A seguire l’intervento del Sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello, in occasione delle celebrazioni della festa della Liberazione del 25 aprile 2019:
“Il motore della Resistenza era l’indignazione. Sui tutti i tabelloni luminosi di Montegrotto, per tutto il tempo di questa cerimonia, compare questa citazione del partigiano francese Stéphane Hessel. Oggi siamo chiamati a celebrare la liberazione della nostra patria dal nazi-fascismo e a ribadire che senza la resistenza non sarebbe stato possibile ottenere una liberazione così come è avvenuta in Italia.
L’indignazione quindi come motore per contrastare e combattere l’ordine costituito dal fascismo e dal nazismo. Un finto ordine caratterizzato da razzismo, dagli stermini, da un sistema di schiavismo che l’indignazione di tanti italiani ha contribuito a distruggere.
Oggi quindi ribadiamo come la resistenza sia stata elemento essenziale per la nostra libertà.
Uno dei grandi meriti della resistenza è il lungo periodo di pace e di sviluppo sociale ed economico che ha caratterizzato questi 74 anni che ci separano dal 25 aprile 1945.
Basta riprendere le parole dello storico Olivier Wieviorka per affermare che la Resistenza contribuì ampiamente ad assicurare una transizione pacifica e ordinata del potere. Avvalendosi del suo prestigio, aiutò i poteri regolari a ristabilire la democrazia, limitò i regolamenti di conti (che furono in alcuni casi molto violenti) e accettò di farsi da parte davanti alle autorità costituite. Nell’insieme, la resistenza, dimostrò un vivissimo senso di responsabilità e contribuì in linea di massima a evitare le lacerazioni di una guerra civile a paesi già segnati da una pesante occupazione. In questo senso, i combattenti dell’ombra furono assai spesso anche valenti militanti della democrazia.
Ricordare la resistenza non è quindi solo il doveroso omaggio all’eroismo di pochi, al coraggio di molti, al sacrificio partecipe di moltitudini ma è sentire un’eredità viva, e magari provare a realizzarla anche nella nostra quotidianità.
Ma la resistenza non è stata solo combattimento, la resistenza italiana come quelle europee, è stata anche progetto e speranza per raggiungere le condizioni per costruire una società migliore e che sicuramente erano differenti da quelli che hanno trascinato l’Europa e il mondo nel vortice di morte della guerra.
Lo storico Bédarida ci dice chiaramente che senza la progettualità delle Resistenze non vi sarebbe stata la democrazia, la libertà, lo sviluppo economico del secondo dopoguerra. La vittoria Alleata sul piano militare sarebbe giunta comunque, ma non sarebbe stata sufficiente a ricostruire l’Europa senza le energie morali che le Resistenze al nazifascismo seppero mobilitare creando una rete di stati costituzionali fondati sulla libertà a così caro prezzo riconquistata e contribuì, pur tra mille ritardi e contraddizioni, a rovesciare un trend secolare di conflittualità intraeuropea a cui oggi si stanno ottusamente riaprendo le porte con l’avvento dei populismi e sovranismi.
Ed è questo che deve farci indignare! Che c’è ancora chi non ha tratto insegnamenti dalla storia e mette in discussione alcuni principi fondamentali che possono farci tornare a modelli sbagliati e dannosi in primis per le nostre libertà!
Sulla tematica dell’Europa si gioca una partita fondamentale. Serve più Europa per mantenere un clima di pace, serve avere il coraggio di dire che non basta un’Europa unita su tematiche puramente economiche ma serve un’Europa unita ad ampio raggio. Serve riprendere il sogno dei padri fondatori dell’Europa che ambivano a un’Europa federale, con un esercito, una moneta e un sistema giudiziario condiviso e ci aggiungo anche un modello fiscale comune.
Tornando all’indignazione le domande che mi viene da fare sono:
Noi oggi siamo ancora capaci di indignarci rispetto ai soprusi derivanti da un sistema neoliberista sfrenato che crea moltitudini di poveri e che assume le caratteristiche di un neofascismo?
Riusciamo a indignarci quando per ricostruire una chiesa si trovano centinaia di milioni di euro in poche ore e non si trovano risorse per dar da mangiare a persone che soffrono la fame in molte parti del mondo?
Riusciamo a indignarci quando qualcuno esalta ancora la figura di quel criminale di Benito Mussolini?
Indignamoci adesso prima di doverlo fare quando non avremo più la libertà. Teniamo alta la guardia, il fascismo non è morto, si ripresenta in maniera camaleontica, con l’incoerenza che lo ha sempre contraddistinti, in diverse forme e con diversi colori.
Esistono degli eroi moderni che con il loro esempio, col loro agire, portano avanti un’etica civica che è il miglior antidoto alle derive totalitarie e di corruzione che caratterizzano il fascismo. Facciamolo anche noi.
Con orgoglio, inoltre, risuoneranno oggi in piazza Roma a Montegrotto Terme le note dell’inno di chi resiste, di chi lotta, di chi ancora oggi fa paura ai totalitarismi. “Bella Ciao” fa ancora paura ai fascisti. A noi il compito di cantarla come fanno tutti i popoli del mondo che lottano contro i regimi antidemocratici e contro i fondamentalismi.
Oggi siamo al fianco delle partigiane del Kurdistan, siamo col popolo greco oppresso da un modello economico sbagliato, siamo al fianco degli operai sfruttati che lottano per i propri diritti, siamo al fianco di chiunque stia lottando per una causa di giustizia e libertà in qualsiasi parte del mondo. Cantiamola anche per loro.
Cantiamola questa canzone semplice e bellissima, che, andando alla ricerca delle sue origini, interpreta un intreccio di culture che può farci capire che l’interculturalità e l’internazionalismo sono le vere conquiste a cui possono ambire i popoli forti, che hanno ben salda la propria identità e che non hanno paura ad accogliere chi è diverso, chi ha bisogno d’aiuto ma soprattutto non hanno il minimo tentennamento nel contrastare il pericoloso vento reazionario e xenofobo che rischia seriamente di intaccare le grandi conquiste e i grandi valori raggiunti in un mondo libero dal cancro del fascismo e del nazismo.
25 aprile 1945
Ricorda, o cittadino, questa data
E spiegala ai tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Racconta loro
Come un popolo in rivolta
Si liberasse un giorno
Dall’oppressione
E narra loro
Le mille e mille gesta di quei prodi
Che sui monti, nei borghi e in ogni luogo
Sbarrarono il passo all’invasore
Né ti scordar dei morti
Né ti scordar di raccontare
Cos’è stato il fascismo
E il nazismo
E la guerra ricorda
Le rovine, le stragi, la fame e la miseria
Lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri
Ricordati di Buchenwald
Delle camere a gas, dei forni crematori
E tutto questo
Spiega i tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Non perché l’odio e la vendetta duri
Ma perché ben sappian quale immenso bene
Sia la libertà
E imparino ad amarla
E la conservino intatta
E la difendano sempre.”
Riccardo Mortandello
Onorificenza a Ousmane Cissokho e consegna della Costituzione Italiana a Nevzat Elezi
Durante la celebrazione sono stati anche insigniti di una onorificenza il signor Ousmane Cissokho che il 28 gennaio del 2019 ha rischiato la vita buttandosi nelle acque gelide del Bacchiglione per recuperare un signore di 68 anni che aveva deciso di togliersi la vita. Ousmane, che nel frattempo ha ricevuto dal Questore di Padova il permesso di soggiorno al valore civile, ha iniziato il suo percorso di integrazione in Italia proprio a Montegrotto Terme, che lo ha ospitato allo Sprar di Mezzavia per diverso tempo e che lo ha aiutato a trovare un lavoro grazie ad un tirocinio attivato sempre tramite lo Sprar. Per il coraggio e l’altruismo dimostrati e per il gesto di alto valore civile l’onorificenza è stata consegnata dal Sindaco Riccardo Mortandello e dal Sindaco dei Ragazzi Nicola Corradini.
E’ stato dato anche il benvenuto al nuovo cittadino italiano, il Signor Nevzat Elezi, nato in Italia 18 anni fa da genitori macedoni, che ha ricevuto una copia della Costituzione Italiana sempre dal Sindaco Riccardo Mortandello e dal Sindaco dei Ragazzi Nicola Corradini.
Onore al mio Paese