15 Gennaio 2025

Rassegna Montegrotto 2/6/24

Lineare e trasparente il comportamento dell’amministrazione comunale.

É chiaro ed evidente un problema comunicativo tra i proprietari del sedime di Mezzavia e coloro che furono i progettisti del Venice Thermal Park che, per l’appunto, rappresentavano tutti e dieci i proprietari dell’area all’epoca del progetto poi cassato.

Oltre un anno fa, l’amministrazione comunale  accolte le istanze del club appartenenza biancoscudata, ha subito messo in contatto gli stessi con chi, da un punto di vista tecnico, ha sempre rappresentato nelle sedi comunali pubbliche i proprietari del lotto.

La disponibilità dell’amministrazione si è palesata nell’usare gli strumenti urbanistici previsti per legge per dare l’eventuale cambio di destinazione d’uso all’area qualora fosse stata richiesta.

É chiara ed evidente la strumentalizzazione politica trattandosi di terreni di proprietà riconducibili a parenti di una consigliera comunale di opposizione.

Riporto per completezza anche il comunicato stampa di replica del club appartenenza biancoscudata:

Progetto Centro Sportivo e Stadio a Montegrotto (PD).

Partiamo dalla fine, ossia dalla smentita dei proprietari dei terreni pubblicata su Padovagoal.

Nei mesi precedenti, dopo aver compreso che c’era la possibilità di costruire uno stadio a norma UEFA sostenibile, rimovibile e implementabile, abbiamo contattato vari comuni della provincia di Padova per chiedere disponibilità ad ascoltare il progetto.

Tra questi – il Sindaco di Montegrotto Terme, Riccardo Mortandello – ha dimostrato il suo interesse in quanto nel suo territorio era presente un’area di 13.000 mq sulla quale doveva sorgere il Venice Thermal Park, un parco acquatico innovativo molto grande attorno al quale erano state previste attività commerciali correlate tra ristorazione, sport e leisure.

Il Venice Thermal Park era in stato di progettazione molto avanzato, ed i lavori per la sua costruzione non sono proseguiti per l’arrivo della pandemia, che fece abortire il tutto.

Data la precedente delibera già avanzata, siamo stati indirizzati dall’amministrazione comunale a parlare con la PARTE TECNICA DEI PRIVATI, la stessa che era delegata a rappresentarli per il progetto Venice Thermal Park.

Ci siamo cosi incontrati direttamente in più occasioni, chiedendo di verificare inoltre la fattibilità dell’inserimento dell’area stadio all’interno del perimetro previsto dal progetto precedente.

Fattibilità che poi è stata effettivamente riscontrata.

Quindi, per concludere, se i privati proprietari dei terreni delegano la loro parte tecnica ad interloquire con potenziali acquirenti e la stessa parte tecnica non comunica con chi li delega (…), non è colpa nostra.

Ricapitolando, riportiamo le domande esposte ieri a cui vorremmo una chiara risposta:

* J.O. è stato realmente informato delle reali possibilità di crescita attraverso l’acquisizione di terreni, di un centro sportivo e di uno stadio di proprietà?

* Se è informato, perché non fa un’operazione che dice gli sia stata in precedenza impedita nel Comune di Padova?

* Non la fa perché capitalizza la società e diventa più di difficile vendita?

* Perchè la proprietà non ha contattato quegli imprenditori che si sono dichiarati disponibili ad una operazione di crescita con l’acquisizione dei terreni?

IL NOSTRO APPELLO

• Alessandra Bianchi ha detto che se ci sono imprenditori locali pronti a supportarlo in

questa operazione cosi vantaggiosa, J.O aprirebbe un tavolo di confronto.

Ci appelliamo dunque a chiunque sia interessato a cogliere questa opportunità di farsi

avanti.

• Vogliamo TRASPARENZA su budget e obiettivi. Che si dica la verità di intenti, non

siamo la Pergolettese o il Lecco. Esigiamo una solida e trasparente programmazione

per i prossimi anni.

• Senza TRASPARENZA e UNITÀ di INTENTI, invitiamo J.O a iscrivere la squadra al

prossimo campionato per poi andarsene da Padova.

P.S.

A tutti i VERI tifosi del Padova: la nostra non è una provocazione e tantomeno una proposta farlocca. Comprendiamo che sia difficile per una volta vedere una luce in questo buio che dura da 30 anni, ma noi non ci arrendiamo a questa lenta agonia.

Chi davvero aiutar vuole, abbia più fatti che parole.

Loading