Acque reflue, gli albergatori di Montegrotto Terme scelgono la pace fiscale
Verso la risoluzione un contenzioso che dura da anni
Il Comune di Montegrotto Terme si avvia a chiudere con gli albergatori l’annosa questione della tariffa delle acque reflue per gli albergatori, con una pace fiscale che farà cessare il contenzioso con buona parte di coloro che avevano presentato ricorso al Tar del Veneto contro la richiesta del pagamento degli arretrati evasi dal 2012 al 2016 (con la connivenza delle amministrazioni comunali di quel periodo che non avevano richiesto il pagamento) e con la promessa che dal 2020 la tassa non sarà più dovuta per coloro che scaricano le acque reflue negli scoli consortili e sarà minima per chi versa le proprie acque nelle condotta fognarie.
Sin dal suo insediamento, l’amministrazione Mortandello si è posta l’obiettivo di far rispettare le leggi esistenti, ripristinando la legalità “amministrativa” per tutti i cittadini. Per questo motivo, prima che intervenisse la prescrizione, la giunta ha sollecitato agli imprenditori alberghieri di Montegrotto Terme il pagamento degli arretrati del canone delle acque reflue relativi al periodo 2012 – 2016.
Contemporaneamente, per quasi due anni il sindaco e dell’assessore al Bilancio del Comune di Montegrotto Terme hanno lavorato, con la consulenza di competenti tributaristi e avvocati, per trovare un’equa soluzione al pagamento della tassazione inevasa.
La soluzione transattiva è stata concretizzata lo scorso marzo a seguito dell’adesione dell’Amministrazione Comunale alla “pace fiscale” prevista dal Decreto Legge 23 ottobre 2018, n. 119 convertito in data 17/12/2018 dal Parlamento Italiano. Si sono create le condizioni affinché tutti i cittadini di Montegrotto con contenziosi fiscali aperti alla data di entrata in vigore del Decreto 119 (conv. 136/2018) potessero sanare le proprie pendenze versando un importo pari al 90% del valore della controversia fiscale.
Fino ad oggi, hanno aderito alla proposta di “pace fiscale – acque reflue” 7 delle 16 aziende con contenziosi aperti. A queste si devono aggiungere 5 imprese alberghiere che hanno optato per la rateizzazione dell’imposta e tre contribuenti che hanno sempre puntualmente regolarizzato la loro posizione (due alberghi e un pozzo per il teleriscaldamento di un condominio). Alla soluzione proposta hanno aderito la maggioranza delle società alberghiere operanti nel territorio comunale, 14 alberghi su 22 (72%).
Il percorso proseguirà negli anni futuri e prevede già dal 2020 l’abolizione del canone sulle acque reflue per chi versa gli scarichi termali nei canali consortili, mentre per le aziende che conferiscono gli scarichi nelle condotte fognarie cittadine verranno conteggiati i costi della depurazione relativi all’anno precedente.
L’accordo prevede anche l’impegno a far conferire le acque reflue, pulite dai residui di fango, a punti di raccolta pensati nel progetto di teleriscaldamento sul quale l’amministrazione in coordinamento con il Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova e Bioce (Bacino idrominerario omogeneo dei Colli euganei) è arrivata a definire il progetto pilota.
“Spiace – commenta il sindaco Riccardo Mortandello – non aver avuto il conforto dell’intero comparto imprenditoriale termale in questo percorso tracciato per sanare vecchi contenziosi lasciati irrisolti da più amministrazioni precedenti. Per questo ringrazio particolarmente tutti gli albergatori che, pur inquadrati in un’associazione di categoria che aveva dato indicazione contraria, hanno collaborato fattivamente e sottoscritto l’accordo. In piena osservanza dell’Art. 53 della nostra costituzione che recita: ‘tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva’ possiamo affermare che le tasse le devono pagare tutti. Il danno dell’evasione e dell’elusione fiscale, infatti, è un danno morale grave al bene comune, oltre che materiale, perché spezza in primis i legami di reciproca fiducia e solidarietà che alimentano la vita pubblica, affievolendo l’impegno di tutti quei cittadini «corretti» che cooperano con gli altri secondo regole condivise, anche a costo di sacrificare il proprio interesse individuale.
“Il principio della giustizia contributiva – prosegue il primo cittadino – è un principio che dovrebbe godere della massima attenzione in tutte le moderne democrazie, laddove proprio dal sistema fiscale dipende la capacità di uno stato di tutelare esigenze ormai universalmente giudicate «primarie» per ogni cittadino, come la sanità e l’educazione.
In tempi recenti ci si è strappati le vesti per la paventata chiusura del pronto soccorso della Casa di Cura di Abano Terme ma nessun cittadino si è mobilitato nella stessa maniera contro l’evasione fiscale o i continui e incessanti tentativi di parte dell’imprenditoria locale di ridursi la fiscalità comunale. Ed è proprio nella contribuzione fiscale individuale che il cittadino trova una via privilegiata per partecipare alla costruzione materiale del bene comune. Se è vero che l’imprenditorialità privata facilita la crescita economica e sociale della nostra comunità è altrettanto vero che l’evasione e l’attività di lobbying fiscale nei confronti delle amministrazioni azzera questa crescita o addirittura porta il saldo in negativo: a conti fatti forse è più quello che l’impresa riceve dal territorio di quello rende. In questo senso, l’equità fiscale diventa cartina tornasole per giudicare la legittimità dell’assetto politico-economico-sociale di una città”.