La soluzione della questione è politica e l’amministrazione l’ha trovata nell’accordo transattivo
Nella causa intentata dall’hotel Miramonti contro il Comune di Montegrotto Terme per la restituzione dei versamenti, a loro avviso, illegittimi dei canoni per le acque reflue, il giudice ha accolto la richiesta dei ricorrenti limitatamente agli anni 2012 e 2013, senza nessuna condanna alla restituzione delle altre annualità e con la riduzione delle spese legali al 50 per cento. Il giudice ha invece respinto la richiesta di restituzione di tutti i canoni delle acque reflue versati per le altre annualità.
Sulla scorta del fatto che la richiesta è stata accolta solo per le rate già versate e per sole due annualità, cioè qualche migliaio di euro, il Comune valuterà l’opportunità di ricorrere in appello nei termini di legge.
La Giunta sampietrina nell’ultimo anno ha chiuso con un accordo transattivo la questione delle acque reflue aperta da decenni con gran parte degli albergatori del territorio tramite la pace fiscale, portando nelle casse comunali 1,3 milioni di euro, cifra che verrà interamente destinata allo sviluppo del turismo. L’accordo transattivo chiude inoltre, per chi ha aderito, la questione del canone acque reflue che viene abilito anche per il futuro.
Il Comune chiudendo una questione aperta fin dal 1987 ha agito politicamente per l’abolizione del canone, fermo restando la necessità di incassare in una qualche forma quanto dovuto per il passato per non incorrere in un danno erariale per tutta la comunità.
La richiesta di Federalberghi di investire le risorse provenienti dal canone delle acque reflue nello sviluppo del turismo non solo è di buonsenso, ma è quanto già previsto. C’è però anche da dire che queste risorse possono essere spese nel momento in cui vengono incassate, mentre ad oggi due sole strutture hanno versato quanto dovuto per il canone acque reflue.