Sui Colli servono piccoli stagni per la riproduzione in sicurezza
Fa tappa a Montegrotto Terme, nel centro Gino Strada di via Diocleziana, l’ultimo incontro dell’evento «La salvaguardia degli Anfibi: fra educazione e attività di conservazione» promosso promosso dal Centro Studi Naturalistici Arcadia che insieme ai gruppi SOS Anfibi del Veneto, con il sostegno del Comune di Montegrotto Terme.
«La sicurezza degli anfibi – ha detto il sindaco Riccardo Mortandello nel portare i saluti dell’amministrazione al convegno – va garantita e l’amministrazione sampietrina è a disposizione per studiare assieme eventuali sperimentazioni».
«La perdita e frammentazione degli habitat – spiega Pier Paolo Zatta di Sos Anfibi Colli Euganei, l’associazione si occupa della conservazione e della salvaguardia delle popolazioni di anfibi, e in particolare del rospo comune e della rana di Lataste- assieme all’impatto dei pesticidi, delle specie alloctone e del traffico delle macchine stanno determinando la progressiva scomparsa degli anfibi dai nostri territori e la loro fine è segnata, se non si portano avanti progetti di conservazione. Gli anfibi sono il gruppo faunistico considerato tra i più minacciati a livello globale. In base ai dati raccolti nel mondo circa un terzo delle oltre 6000 specie di anfibi conosciute sono minacciate o estinte. La nostra attività principale sono le azioni di salvataggio durante il periodo migratorio, in cui gli animali, per cercare l’acqua e riprodursi, scendono dal bosco e attraversano le strade, dove spesso trovano la morte».
Ogni anno i volontari di Sos Anfibi di Padova – Colli Euganei presidiano le reti installate per ridurre l’impatto del traffico stradale, in una dozzina di siti migratori; purtroppo nonostante il grande impegno e gli enormi sforzi, numerosi animali vengono comunque travolti e uccisi dalle auto, causando di anno in anno una preoccupante riduzione delle popolazioni.
Il territorio del Parco Colli Euganei è piuttosto complesso, non sempre è possibile installare le reti o sorvegliarle, a causa della pericolosità delle strade e della conformazione del territorio, fortemente antropizzato e frammentato da ingressi carrai e stradine, che sono impossibili da mettere in sicurezza e dai quali gli animali scendono, finendo in strada.
«Le reti protettive, che durante la stagione migratoria coprono circa 5 km di strade, non sono sufficienti, da sole, a garantire la sopravvivenza delle popolazioni di anfibi, destinate, nel giro di qualche anno, ad estinguersi in tante porzioni del nostro territorio. Il nostro obiettivo a breve-medio termine è quello di creare una rete di stagni, prima delle arterie stradali, per consentire agli animali di riprodursi in sicurezza, senza essere costretti ad attraversare le strade, dove centinaia di animali ogni anno trovano la morte. A questo scopo abbiamo intrapreso una campagna di sensibilizzazione diretta ai privati, che detengono il 90% del territorio del Parco dei Colli Euganei, affinché ci concedano le aree necessarie alla costruzione dei nuovi stagni. Si tratta per lo più di piccoli stagni di pochi metri quadrati di superficie e modesta profondità, inferiore a un metro», conclude Zatta.