Giovedì 12 dicembre 2024 alle 19.30 presso il Centro Comunale “Gino Strada” di Via Diocleziana, 4, verrà presentato il libro “L’ Altra Verità” di Mario Mori e Giuseppe De Donno.
Il primo ottobre 1992, il potente ex sindaco di Palermo, in rapporti con Totò Riina e Bernardo Provenzano e più volte arrestato e già condannato in primo grado per associazione di tipo mafioso, consegna al colonnello Mori e al capitano De Donno un libro da lui scritto, intitolato Le Mafie. I magistrati ai quali il libro venne ovviamente consegnato, non considerarono Ciancimino un testimone affidabile e non sostennero il tentativo di Mori e De Donno di convincerlo ad avviare una reale collaborazione con la giustizia. Per la priva volta, Mori e De Donno pubblicano ampi stralci del memoriale di Vito Ciancimino e ripercorrono attentamente tutto ciò che hanno vissuto, raccontando fatti, incontri, situazioni compromettenti, personaggi sui quali non è mai stata fatta completamente luce. L’ex sindaco, infatti, sapeva certamente moltissimo. Faceva parte del “sistema mafia-appalti” per difendere il quale, molto probabilmente, furono uccisi Falcone e Borsellino, anzi: ne era uno degli uomini chiave. Ciancimino avrebbe potuto consentire, nel settore politico-economico, quello che Tommaso Buscetta fece ottenere nel campo della mafia “militare”. Tuttavia, non fu possibile.
L’altra verità riporta alla luce uno sliding door della storia della lotta alla mafia incredibile.
Mario Mori
Generale dell’Arma dei Carabinieri, è stato in prima linea prima nella lotta al terrorismo e poi, da comandante del ROS, nella lotta alla mafia. Dal 2001 al 2006 è stato direttore del SISDE, il servizio segreto civile della Repubblica Italiana.
Giuseppe De Donno
Già colonnello dei Carabinieri e membro di spicco del ROS, in prima linea nella lotta alla mafia nei primi anni Novanta. Uomini di fiducia di Falcone e Borsellino, a loro si devono alcuni dei principali successi investigativi nella lotta alla mafia dei primi anni Novanta, su tutti la cattura di Totò Riina. Insieme lavorarono al “Dossier mafia-appalti” e insieme hanno subito un processo per la presunta “Trattativa Stato-mafia”, da cui sono usciti pienamente assolti dopo anni di accuse infondate e assalti mediatici.