27/6/1980 — 27/6/2018
Non smetteremo di parlarne
Non smetteremo di chiedere verità
Non smetteremo di ricercare giustizia
Oggi, con questa cerimonia di commemorazione, sobria e concisa, la città di Montegrotto Terme vuole ricordare le 81 vittime della tragedia che coinvolse il DC9 Itavia il 27 giugno 1980. Vogliamo farlo davanti questo monumento a otto anni dalla sua inaugurazione. Vogliamo farlo assieme ai nostri concittadini, la famiglia Lachina, la famiglia Valentini e ad altre persone qui presenti che in quel volo persero non solamente l’affetto, l’amore e la presenza dei propri cari ma persero, per sempre, anche parte della loro vita.
Non potrà esserci risarcimento, riconoscimento, commemorazione che possa ristorare loro da tale perdita. Dopo 38 anni la ferita, come ha affermato pochi giorni fa il presidente della repubblica Sergio Mattarella, è ancora profonda. E non solo quella di chi ha subito in prima persona la strage. Ma la ferita inferta alla coscienza civile della nostra nazione. Quella coscienza che oggi ci smuove e ci mobilità per essere qui a rivendicare dei principi di verità, giustizia e pietà umana che dovrebbero essere i fari che guidano le istituzioni e le coscienze di ognuno di noi.
38 anni di mancate verità, 38 anni di depistaggi, 38 anni di ingiustizie che però non hanno fermato tutti coloro che hanno operato e operano costantemente e quotidianamente per ricostruire le circostanze e le responsabilità di quella inutile strage. Uso l’espressione inutile strage perché, come spesso la si associa alla prima guerra mondiale nel centenario della sua conclusione, anche nel caso di Ustica il vero comune denominatore dovrebbe essere il termine “guerra”, si deve parlare di atto di guerra da parte di potenze straniere che si è riversato su inermi, indifesi cittadini italiani nel silenzio assordante delle nostre istituzioni. Questa è stata Ustica.
E solo con la cooperazione internazionale tra persone che condividono gli alti principi di civiltà e umanità si potrà far sparire tutta la nebbia che nasconde la verità su Ustica per far tornare la luce. Le istituzioni di ogni ordine e grado non possono sottrarsi a questa missione, a questo impegno, perché tradirebbero in primis i valori scritti nella costituzione italiana.
Un ringraziamento a chi, in questi 38 anni, non ha mai mollato la presa. Penso al giudice Priore, all’associazione parenti delle vittime, agli apparati dello stato “sani”. Noi siamo e saremo al vostro fianco, La nostra azione istituzionale si focalizzerà sul seminare nelle coscienze dei cittadini più giovani il seme della memoria e della conoscenza che sono le armi più potenti per veder sorgere un progresso sociale, etico ed economico pacifico dei popoli di tutto il mondo all’insegna della legalità.
I grandi uomini della storia ci insegnano che nella vita talvolta è necessario lottare non solo senza paura, ma anche senza speranza. Noi oggi qui, come istituzione, vogliamo invece lanciare un messaggio chiaro: la speranza non va abbandonata e va affiancata ad azioni efficaci che puntino a rendere i cittadini italiani e quelli d’Europa non più sudditi di uno scacchiere politico mondiale sovraordinato e oscuro ma artefici e protagonisti consapevoli del proprio presente e futuro.
Concludo rendendo onore a tutte le vittime dirette e indirette della strage di Ustica. Non smetteremo di parlarne, non smetteremo di chiedere la verità né di ricercare la giustizia.
Riccardo Mortandello
Un particolare ringraziamento a Elisabetta, Linda, Riccardo e Ivano Lachina, alla famiglia Valentini, all’Arma dei Carabinieri, a Don Roberto Bicciato e Lidia Pege in rappresentanza del Comune di Abano Terme, a tutti i consiglieri e assessori di Montegrotto Terme convenuti.