Luciano Babetto
Un operaio che è diventato imprenditore ed ha avuto l’umiltà e la grandezza di non dimenticarsi mai da dove è partito
Domenica 13 gennaio 2019, presso il centro comunale di via Diocleziana, ospitati dall’Auser di Montegrotto Terme, si è svolta la cerimonia per assegnare al sampietrino Luciano Babetto la cittadinanza benemerita. La prima cittadinanza assegnata nella storia del Comune di Montegrotto Terme dopo l’istituzione del regolamento comunale da parte dell’amministrazione comunale.
Qui a seguire l’intervento che ho fatto in qualità di Sindaco di Montegrotto Terme come motivazione per il conferimento della cittadinanza benemerita a Luciano Babetto.
“Buongiorno a tutti, saluto e ringrazio della presenza la famiglia Babetto, il signor Sindaco dei ragazzi di Montegrotto Terme Nicola Corradini, il Sindaco di Torreglia Filippo Legnaro, il vice sindaco Rigato, l’assessore Resy Bettin, il vice sindaco di Teolo Nevio Sanvido, Maria Cristina Piovesana, presidente vicario di Assindustria Venetocentro, il direttore Giuseppe Milan, tutti i numerosi convenuti e l’associazione Auser che ci ospita.
Nato a Montegrotto Terme il 10 maggio 1938, Luciano Babetto trascorre la sua fanciullezza a Galzignano dove diventa uomo. Sceglie di frequentare le “scuole avviamento” per prepararsi al lavoro come tanti altri suoi coetanei.
Giovanissimo, a 14 anni, inizia a lavorare come operaio in una piccola fabbrica, la Coldar, che produceva bachi frigoriferi.
Fin da subito Luciano Babetto si mette in risalto per le sue competenze, le sue grandi capacità oltre che lavorative anche di empatia e collaborazione coi colleghi di lavoro. Ed è grazie a questa sua indole che viene nominato capo fabbrica dal titolare dell’azienda. Giovanissimo, non ancora ventenne Luciano è un punto di riferimento sia per la proprietà che per gli operai che guida.
Luciano Babetto ambisce però ad apprendere ciò che non era previsto tra gli insegnamenti della scuola di avviamento ed è così che si iscrive alla scuola serale per imparare a disegnare e progettare con l’aggiunta di un corso, sempre serale, per elettricista. Nell’azienda oltre a dirigere la produzione, inizia, di sera finito di lavorare in reparto, a disegnare e proporre nuove idee, nuovi stili, nuove soluzioni.
Ma il suo grande fermento di ingegno purtroppo alla Coldar non viene valorizzato ed è così che, sempre di notte, oltre a disegnare inizia anche a costruire, ad assemblare in maniera autonoma dei macchinari che poi si riveleranno utili e preziosi per il suo futuro.
A 24 anni Luciano Babetto fa un vero e proprio patto con sua moglie Flora. Lei, col suo lavoro di sarta avrebbe comunque garantito un piatto di minestra alla famiglia, lui si sarebbe dedicato al suo grande sogno, alla sua grande ambizione, quella di diventare un imprenditore.Il 16 settembre 1965 si dimette da Coldar. Senza soldi, senza ordinativi su cui contare, con la forza dell’entusiasmo fonda la sua impresa: Criosbanc.
La fonda qui a Montegrotto Terme, in un pezzetto di capannone prestato dal cugino Egidio, allora proprietario di una falegnameria, divenuta poi l’attuale pizzeria Huegel Keller. I primi ordini arrivano (e tra questi permettetemi di ricordare anche quello dell’agosto 1966 fatto da mio nonno paterno).
Luciano assume i primi operai e ben presto si trasferisce con la famiglia nel nuovo capannone e nella nuova casa costruiti sempre in via Caposeda a Montegrotto Terme, dietro all’attuale distributore, quasi di fronte all’Hugel Keller.
Il successo per l’imprenditore Luciano Babetto arriva quasi in maniera spontanea ma c’è un momento storico nella vita professionale di Luciano che completerà la sua mentalità di successo e che gli permetterà di essere pienamente sé stesso: nel 1968 decide, in un modo che anche oggi definiremo forse come “irresponsabile”, di partire per un viaggio in Giappone, da solo, senza conoscere alcuna lingua oltre all’italiano e al dialetto veneto.
Durante questo viaggio erudisce la sua mente in maniera esponenziale. Torna a casa e ben presto nascono nuovi modelli di banco, che non a caso si chiameranno con evidenti riferimenti al Giappone – Osaka per esempio è un modello di grande successo.
Luciano Babetto è sempre stato poco propenso a vantarsi dei suoi successi, ma basta informarsi un poco per apprendere che molte delle invenzioni che oggi si trovano in ogni banco frigorifero a livello mondiale sono sue, nascono dalla sua mente.
Se ne potrebbero citare numerosissime ma limitiamoci a ricordare che grazie a Luciano è nato il banco con isolamento prodotto con poliuretano espanso (fino ad allora tutti usavano “lana di vetro” o polistirolo); il banco ad angolo refrigerato, il banco con i vetri apribili verso l’alto per mezzo di pistoni, innovazione straordinaria che rivoluziona il modo di concepire un espositore alimentare, il banco con vetri curvi: a distanza di pochi anni, tutti i costruttori mondiali si adeguano a questa nuova moda, il banco a refrigerazione ventilata.
Potremmo andare avanti con molte altre innovazioni ma l’elemento rivoluzionario che ha caratterizzato Luciano è che in maniera deliberata non ha mai voluto brevettare alcuna di queste grandi scoperte perché fortemente convinto che la divulgazione delle sue idee, delle sue invenzioni, della sua apertura mentale potesse migliorare la qualità di utilizzo del più grande numero di clienti utilizzatori possibile solo se fossero state adottate in grande scala anche dai suoi concorrenti.
Ecco che l’inventiva di Luciano Babetto non è diventata presagio finalizzato ad un accumulo di ricchezza personale ma elemento condiviso con il chiaro obiettivo di creare progresso nella maniera più capillare possibile.
Il successo di Criosbanc va al passo con la grande curiosità che ha sempre accompagnato Luciano Babetto.
Dagli anni 70 inizia a viaggiare moltissimo, in tutti i continenti alla ricerca nuovi concetti, nuove idee da trasferire nella sua attività, nei banchi frigoriferi da produrre, nuovi stimoli che sarebbero potuti provenire da esperienze culturali diverse come accaduto in Giappone. Luciano Babetto è il primo europeo ad entrare in Mongolia.
La sete di conoscenza lo porta a non accontentarsi mai a inseguire gli imput migliori e positivi anche delle culture più lontane.
Luciano ha inoltre l’abilità di costruire intorno a sé un’ottima squadra di lavoro. L’operaio che diventa imprenditore non si dimentica delle sue origini. Ed è per questo motivo che ogni collaboratore, ogni operaio sotto la sua guida è innanzitutto considerato come “persona”, uomini e donne con nome e cognome: Francesco, Claudio, Sonia, Ruggero, Oliviero… fino ad arrivare dopo pochi anni ad avere 380 dipendenti. Non bisogna assolutamente scordare Floria, con il ruolo non solo di moglie ma di grande supporto nelle scelte più difficili.
Negli anni ottanta i prodotti Criosbanc espongono cibo nei punti vendita più prestigiosi in tutto il mondo: Stati Uniti, Australia, Sud America, ma anche Europa. Harrods solo per citare un esempio, sceglie Criosbanc per arredare i suoi lussuosi ambienti di vendita.
L’indole di Luciano è quella di non accontentarsi. Ecco che investe in altre aziende: Criocabin, che in pochissimi anni diventa l’azienda pioneristica nel mondo delle celle frigorifere proponendo, manco a dirlo, un nuovo prodotto assolutamente unico e innovativo. Acquista Fac, azienda che produce ceramica da rivestimento di altissimo livello, acquista Ivest, poi diventata West, società che produce scambiatori radianti. Entra nel mondo della sanità acquisendo la maggioranza del gruppo Iniziativa Medica, società che ben presto diventa leader europea sia per qualità diagnostica che per numero di risonanze magnetiche giornaliere.
Apre, dopo una lunga e attenta ristrutturazione Villa Corinaldi, oggi l’hotel la Torre di Torreglia.
Un operaio che è diventato imprenditore ed ha avuto l’umiltà e la grandezza di non dimenticarsi mai da dove è partito.
Durante la sua ascesa imprenditoriale non ha mai lesinato anche azioni benefiche, non ha scordato il territorio dove è nato, il suo di mondo. Un mondo che non è fatto solo di “economia” ma è fatto in primis di rapporti umani. Ed ecco che l’esaltazione massima di Luciano Babetto avviene grazie alla sua indole generosa, altruista, da vero benefattore nei confronti non solo degli operai ma anche delle società sportive del territorio, dei giovani, delle associazioni di volontariato.
Per la Città di Montegrotto Terme è un vero e proprio onore assegnare la prima cittadinanza benemerita della storia del Comune a Luciano Babetto.
Questo conferimento vuole evidenziare altresì un nostro chiaro impegno istituzionale per celebrare, valorizzare e dare giusto onore a tutte quelle personalità che hanno creato progresso nel nostro territorio. Quelle persone che esaltano i grandi e profondi valori che caratterizzano non solo Montegrotto Terme ma l’intera comunità euganea e con essa il Veneto e l’Italia, esattamente come fa Luciano Babetto.
La nostra società ha bisogno come l’ossigeno di esempi positivi come quello di Luciano. Spesso prevale una eccessiva infatuazione che mitizza imprenditori d’oltre oceano, casi di successo di paesi lontani, senza sapere che tante volte i “miti”, quelli in carne ed ossa, che parlano lo stesso nostro linguaggio, li possiamo trovare vicino a noi, come con Luciano Babetto, gli eroi possono essere le persone della porta accanto alla nostra.
Bisogna far fruttare l’esempio di questi successi per crescere nuove generazioni con lo spirito della curiosità e dell’apertura mentale che non li porti a chiudersi a riccio in se stessi o rivolti ad ambizioni sterili. L’esempio di Luciano ci insegna che è fondamentale per tutti aprirsi al mondo, alle dinamiche sociali ed economiche che lo caratterizzano con intelligenza e con la prospettiva unica di creare sviluppo non solo per noi stessi ma per l’intera società. Sono quindi molto felice che qui con noi sia presente anche il signor Sindaco dei ragazzi Nicola Corradini che sicuramente si farà portavoce coi giovani di Montegrotto Terme nel raccontare loro chi è Luciano Babetto e ciò che rappresenta.
Concludo questo intervento affermando che l’economia è solo uno dei tanti elementi che muovono l’universo e lo fanno progredire, ma è più che mai opportuno ricordare che il primo, come Luciano Babetto magistralmente ci insegna, l’elemento più sacro, più prezioso e oggi più che mai necessario è l’umanità.
Grazie al nostro cittadino benemerito Luciano Babetto.
Riccardo Mortandello